martedì 21 aprile 2015

MAD MEN: IL FUTURO NON PASSA MAI

Solo un'attività monotona e ripetitiva come il recap televisivo può leggere Mad Men come una storia ripetitiva, e soltanto lo spettatore deliziato dall'immanenza del proprio ego può leggere Mad Men alla lettera.

Se provate un esperimento mentale, immaginando che Forecast non sia un episodio di Mad Men ma di un'ipotetica serie antologica — una sorta di raccolta di racconti per la TV sul modello di Twilight Zone — non solo questo sarebbe un eccezionale racconto autoconclusivo scritto a quattro mani da Capra (Frank) e Carver, ma se non lo fosse e fosse una puntata di una serie seriale sarebbe una delle migliori.

martedì 14 aprile 2015

MAD MEN: UN MILIONE DI QUESTI DOLLARI

Il tipo di Don è la brunetta magra infelice sui quaranta, Megan tra una decina d'anni o qualsiasi attrice degli anni '90 invecchiata decentemente. In questo senso, tutta la storia con Megan può essere vista come il tentativo di Don di anticipare l'infelicità, in altre parole come un intervento alla radice. Il problema è che, se è vero che nessuno è veramente causa dell'infelicità altrui, è facile essere scambiati per quella causa se eravamo nei dintorni mentre l'infelicità si originava. Un po' più difficile è ammettere che siamo noi la causa dei nostri mali.

mercoledì 8 aprile 2015

MAD MEN: IN CERTI SOGNI E' IMPOSSIBILE SOGNARE

Questo articolo è apparso su Serialmente l'8 Aprile 2015.

Tutto sommato Karl Marx è stato uno dei più grandi umoristi dell’umanità. Soltanto uno con un gran senso del ridicolo avrebbe potuto vedere il denaro per quello che è: l’ironia finale del capitalismo.

È per questo che il sogno americano funziona e non funziona affatto. Ci serve il denaro per quantificare il successo e, dunque, la felicità, ma quando finalmente ne abbiamo fatto abbastanza, il denaro — e manco la felicità, se è per questo — non ci serve più: siamo noi a servire lui. Marx la chiamava “alienazione” ma un’altra parola adatta potrebbe essere “inculata fantasmagorica”.