martedì 24 dicembre 2013

REAL HUMANS E LA ZONA PERTURBANTE

Questo articolo è originariamente apparso su Serialmente il 24 Dicembre 2013.

The uncanny valley, la “zona perturbante” (o sinistra), è un concetto elaborato nel 1970 dallo studioso giapponese di robotica Masahiro Mori, secondo il quale più un robot si avvicina all’apparenza umana, più il suo aspetto può risultare inquietante. La copia perfetta di un essere umano sarebbe naturalmente indistinguibile dall’umano e dunque del tutto familiare, mentre in una copia, per così dire, quasi perfetta si noterebbe anche il più piccolo difetto e, in questo caso, il suo aspetto sarebbe assai meno familiare, inquietante, perturbante appunto. In sostanza, un braccio meccanico che avvita bulloni sarebbe meno inquietante di un robot antropomorfico iperrealista che mancasse di “quel qualcosa” che magari non sapremmo spiegarci, ma…

mercoledì 18 dicembre 2013

COME HOMELAND HA PERSO SE STESSO

Per due stagioni — o almeno per una stagione e mezzo — questo show americano scritto dagli autori di 24 e vagamente ispirato a una serie televisiva israeliana, è riuscito nell'impossibile: travalicare l'assurdità delle sue premesse, dei personaggi e di un intreccio erratico riuscendo in qualche modo a funzionare.

Situazionista potrebbe essere chiamato il suo stile narrativo, perché non c'è nessuna descrizione o interpretazione della realtà in Homeland, non ci sono fatti o documenti, e si potrebbe arrivare a dire che non c'è neppure logica. Gli episodi rappresentano una serie di eventi, di situazioni appunto, sono una deriva, una pratica di flusso, un esercizio di smarrimento.

Tramite questo esercizio, Homeland ha attraversato molte cose, si è lasciato andare a molte cose, raccontandosi, deducendosi, evincendosi e, soprattutto, abducendosi. Non ha fondato alcuna teoria, perché questo sarebbe stato impossibile data la sua natura antitetica a ogni progettualità e fattualità eppure, andando alla deriva, ha attraversato molte teorie e fatti. Senza essere allegoria, metafora o simbolo, ha fatto riemergere per esempio l'11 Settembre, ha navigato errando (e molti sono gli "errori" di Homeland) sull'orrore dell'ultimo esterno, quel foglio bianco firmato in calce da Bin Laden sul quale manca la descrizione di una storia ufficiale, o almeno pubblica, delle Twin Towers: com'è successo? Come si è arrivati a quello?

Homeland non lo ha spiegato, o meglio, lo ha non-spiegato, non-raccontato, raccontando un altro attentato spettacolare e la cattura di un terrorista immaginario, Abu Nazir, un profeta armato di odio viscerale, fortuna e di un'arma ultramoderna, l'homo sacer Brody.

lunedì 9 dicembre 2013

APOLLINEO E DIONISIACO IN TREME

Questo articolo è originariamente apparso su Serialmente il 9 Dicembre 2013.


A un certo punto della prima stagione, Cray dice che New Orleans è una città capace di trascendenza urbana. Lo dice ai suoi studenti, poco prima del Mardì Gras. Non sta parlando della dematerializzazione del tessuto urbano immaginata negli anni ’60, quando c’erano architetti e filosofi (fra i quali Mac Luhan, Fuller, ecc.) che pensavano che i network elettronici avrebbero dissolto lo spazio urbano trasformando la città in qualcosa al di là della città, e avrebbero mediato e risolto la dinamica fra spazio urbano e non urbano. Cray sta parlando di tutt’altro. Anzi, mi sa che Cray, forse l’alter ego di David Simon, intenda la parola trascendenza in termini del tutto opposti: trascendenza urbana come l’attimo in cui qualsiasi network, elettronico o culturale che sia, si dissolve in orgia comunitaria.

domenica 1 dicembre 2013

PERSON OF INTEREST: LA QUOTA DEGLI ANGELI

Questo articolo è apparso per la prima volta su Serialmente il Primo Dicembre 2013.

La serie delle American Recordings di Johnny Cash non è solo il capolavoro senile di uno dei grandi del ‘900 ma il testamento della cristianità “personale” degli US&A. Nessun Dio nella storia è mai stato tanto personale quanto quello americano e, qualsiasi interpretazione vogliate dare a Personal Jesus dei Depeche Mode (un classico anche di Cash) o a Hurt dei Nine Inch Nails (il pezzo all’inizio del decimo episodio della terza stagione di Person of Interest), l’appropriazione e la personalizzazione di un Grande Altro — religioso o sentimentale (nel caso dell’amore) o chimico (nel caso delle droghe) o quello che preferite — è il marchio di fabbrica dell’ideologia motivazionale americana. Al fanatico, Dio parla in un linguaggio prescrittivo, secondo una catena di comando “militare” che trasmette l’ordine dal Sommo Capo all’esecutore senza contaminazioni emotive; all’uomo di ragione, Dio suggerisce possibili corsi d’azione, offre motivazioni che possono anche essere messe in discussione, insomma si apre al dialogo: il Dio dei fanatici è un manager metafisico, quello degli uomini di ragione è un consulente trascendentale.

martedì 19 novembre 2013

IL VOLO DI FABIO

"Una volta una persona mi disse che io raccontavo la vita di quelle case in cui si sente odore di broccoletti. Non ho mai capito se fosse un complimento, una constatazione o se in qualche modo stesse cercando di offendermi. Qualsiasi fosse l'intenzione, aveva ragione".

Il Corriere della Sera non è un palco per Fabio Volo ma il banco degli imputati, e Fabio Volo vuole il suo "giorno in pretura". La prima frase della sua testimonianza (una testimonianza che —come vedremo—intende non tanto discolparlo quanto accusare chi lo incolpa) stabilisce subito una cosa: Fabio Volo è una persona perché, una volta, è stato riconosciuto da un'altra persona. Isolate il centro nevralgico della frase e ne avrete anche il significato: "una persona mi disse che io scrivo la vita". Già che c'è, Volo suggerisce che la vita di cui scrive, evidentemente quella vera, è quella di un passato non ben definito in cui la vita era forse più semplice, in cui l'odore leggermente nauseante (ma verace) dei broccoletti non era coperto dai profumi artificiali dell'Italia di oggi.

La frase successiva si riferisce all'ambiguità di ciò che gli ha detto la persona e non è solo un esercizio di falsa modestia, anzi non è affatto falsa modestia ma la pietra angolare della strategia di difesa di Volo: mettiamo che tu persona volessi offendermi; puoi dirmi quello che vuoi, puoi sminuirmi quanto vuoi ma non ti rendi conto che, così facendo, non fai altro che confermare ciò che sono. Insomma, Fabio Volo sale sul banco degli imputati (nessuno glielo aveva chiesto) e, prima di articolare la sua difesa, fa quello che fanno spesso coi loro clienti gli avvocati dei telefilm: si offre come persona e come vittima. Si umanizza.


domenica 10 novembre 2013

TV: 2013

Una lista del meglio della TV nel 2013

martedì 5 novembre 2013

CONTENUTI E CONTENITORI 2.0

Il titolo è sviante. La TV non contiene, siamo noi i contenitori. E la TV è un fornello a induzione, è un campo magnetico che scalda lo spettatore adeguatamente interfacciato. La vecchia TV a gas produceva calore e sapeva riscaldarci, cucinarci e bollirci; promuoveva se stessa con marketing autoerotico, rideva di se stessa con le canned laughs, si sbrodolava addosso un’identità autoreferenziale arrivando persino a sopprimere la figura del cittadino-concorrente per far competere le sue star e toglierci anche quel minimo diritto a dieci minuti di celebrità. La nuova TV è fredda, ci scalda solo a condizione che il fondo dei nostri occhi sia in ferromagnetico o che disponiamo di un adattatore.

martedì 1 ottobre 2013

BREAKING BAD: IL BENE CHE VOLLE FARSI MALE

Se, come dice il Kirillov di Dostojevskij, Dio non è altro che il nome che l’uomo ha dato al dolore e alla sofferenza, in un mondo senza Dio significa che non esistono più dolore e sofferenza, che il Male non è neppure, al limite, neutrale ma completamente neutralizzato.

Le prime tre stagioni dei Soprano e The Wire descrivono un mondo così, un mondo in cui l’illusione della bellezza inonda tutto. L’ingegno e le passioni umane sono al di là del bene e del male e non c’è azione che sia in fondo reprensibile perché tutto è bene, perché, per usare proprio le parole di Kirillov, “chi insegnerà che tutti sono buoni, colui compirà il mondo”.

martedì 13 agosto 2013

BREAKING BAD: L'INIZIO DELLA FINE

Il Male è la domanda, la TV dà risposte. Questa è la spina dorsale della Golden Age della televisione. Perché facciamo il Male? Cosa abbiamo fatto di Male? Quali sono le conseguenze? E’ possibile arginare il Male?

venerdì 2 agosto 2013

THE ACT OF KILLING

E' bene premettere che The Act of Killing non è né un documentario né finzione né entrambi. E’ un film, semplicemente, ma cosa poi esattamente sia è un enigma che, fino alla fine, anzi soprattutto alla fine, solo lo spettatore può decidere se risolvere o meno.

martedì 25 giugno 2013

MAD MEN E LA MONETA FALSA

Questo articolo è apparso, sotto forma di recensione per il finale della sesta stagione di Mad Men, su Serialmente il 5 Giugno 2013.

C’è un racconto di Baudelaire che mi ha ossessionato tutta la stagione e che cita anche Derrida. Si intitola La moneta falsa, ed è perfetto per il “nostro amico” Don. È brevissimo, è un capolavoro e vale la pena leggerlo.

domenica 7 aprile 2013

MORMORARE LA SINFONIA DELLA VITA



Questo articolo è originariamente apparso su Serialmente il 7 Aprile 2013.




MORMORARE LA SINFONIA DELLA VITA
Undici piccoli saggi ispirati a Mad Men
di Dave Algonquin


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venerdì 1 marzo 2013

ENTROPIA TELEVISIVA E SPETTATORI GASSOSI

Pubblicato originariamente sul numero 20 di  Players Magazine (Marzo 2013).

Chiedere a una corporation di andare contro la propria natura è come chiederlo a un velociraptor. È la ragione per cui non ha alcun senso lamentarsi se il vostro show preferito è stato semplificato, appiattito, spostato in un nuovo slot, ha perduto lo showrunner, è stato cancellato, ecc. Strappatevi pure i capelli, disperatevi, urlate pure contro le insensibili dirigenze dei grandi network, scrivete e-mail, partecipate alle campagne per resuscitare questo o quell’altro show, tanto è inutile perché, come si suol dire, il business è business. Ma che tipo di business? Perché gli show televisivi dipendono così tanto dai rating? Perché la TV si fa di settimana in settimana e non investe sul futuro?

venerdì 8 febbraio 2013

HOUSE OF NETFLIX

Originariamente pubblicato su Serialmente l'8 Febbraio 2013


Per chi non sa cosa sia Netflix, è presto detto: è un provider flat rate di streaming video on demand e un distributore di DVD-by-mail, cioè un servizio a tasso fisso mensile di streaming video e di spedizioni postali di DVD. Il modello di business di Netflix è dunque molto semplice: comprare contenuti cinematografici e televisivi da vari fornitori (case di produzione come Walt Disney, Dreamworks o Time Warner) e offrirli ai suoi utenti senza limitazioni – o via streming o con la spedizione di DVD – per la modica cifra di circa 8$ al mese.